Non posso certo dire di saper usare la macchina per cucire, non l'ho mai saputa usare, ma posso dire di averci provato e di esserci riuscita in qualche occasione. Ora è chiaro che, se una professionista o anche solo una persona più esperta di me e con un minimo di formazione vedesse i miei lavori, avrebbe senz'altro da ridire per il fatto che le cuciture non sono perfettamente dritte, che all'interno ci sono troppi fili volanti, ecc. ecc., e avrebbe assolutamente ragione.
Ma non ho la pretesa della perfezione, nemmeno della quasi perfezione, ho cessato di essere perfezionista quando sono diventata una mamma imperfetta: mi sono resa conto che le mie manie di perfezionismo mi garantivano soltanto frustrazione e procrastinamento, nonchè uno stato depressivo. Quando non riesci ad avere una casa come vorresti tu, tutto perfetto, tutto in ordine, tutto giusto, perchè hai un neonato e poi un neonato e un baby molto impegnativi (lo so sono tutti impegnativi, ma in alcuni casi sono più impegnativi), o impazzisci, o cadi nella depressione o ti dici che in fondo...che importa che tutto sia perfetto? perfetto per chi poi? ma se a noi va bene così, allora vuol dire che così va bene, che funziona bene e non serve che sia diverso. Vuol dire che è sufficiente, soddisfacente e quindi...ottimo per noi.
E così è per il cucito: se il copripiumino funziona, è quello che volevamo, va bene anche se è imperfetto.
E per tutto il resto.
E così, essendomi cimentata per la prima volta nell'uncinetto con le collane, ho accolto con entusiasmo il regalo di tre amici carissimi a Natale: un rotolone gigante di un filato chiamato Hoooked Zpaghetti e un uncinetto di bambù molto grande, numero 12.