Il profumo di
agrumi rallegra da sempre le fredde e talvolta buie giornate dell'inverno settentrionale.
Da amante dell’inverno, e degli agrumi, apprezzo moltissimo il loro aroma, il loro aprirsi rivelando spicchi di sole mediterraneo in momenti in cui di quel sole non rimane che un pallido ricordo. Come oggi, con una giornata grigia e che promette neve. Anche quelli rari, come i chinotti e i bergamotti.
Trovarli in luoghi nascosti, o imprevisti, annusarne il profumo e assaggiarli, è come compiere un viaggio attraverso non solo nello spazio, ma anche nel tempo e nella storia, passando per i giardini delle ville medicee, con le loro collezioni di agrumi rari; per le piccole coltivazioni di chinotti nei dintorni di Savona, per giungere fino alle terrazze di limoni a Amalfi, che oggi rischiano di scomparire, ma non dimenticando le limonaie del Lago di Garda, dove i preziosi alberi vengono racchiusi in serre individuali per proteggerli dai rigori dell'inverno.
Il diffondersi di limoni, arance amare, bionde e rosse, cedri e bergamotti nella storia si rispecchia nella vita quotidiana, nella cultura e nella gastronomia italiani. Il dolcissimo odore di zagara invade le calde giornate siciliane, per poi trasformarsi nell’aroma di succulente arance in inverno, e in quel profumo di agrumi che tanto ricorda i Natali dell’infanzia. Le bucce d’arancia messe a seccare sui caloriferi....chi non le ricorda?
Da amante dell’inverno, e degli agrumi, apprezzo moltissimo il loro aroma, il loro aprirsi rivelando spicchi di sole mediterraneo in momenti in cui di quel sole non rimane che un pallido ricordo. Come oggi, con una giornata grigia e che promette neve. Anche quelli rari, come i chinotti e i bergamotti.
Trovarli in luoghi nascosti, o imprevisti, annusarne il profumo e assaggiarli, è come compiere un viaggio attraverso non solo nello spazio, ma anche nel tempo e nella storia, passando per i giardini delle ville medicee, con le loro collezioni di agrumi rari; per le piccole coltivazioni di chinotti nei dintorni di Savona, per giungere fino alle terrazze di limoni a Amalfi, che oggi rischiano di scomparire, ma non dimenticando le limonaie del Lago di Garda, dove i preziosi alberi vengono racchiusi in serre individuali per proteggerli dai rigori dell'inverno.
Il diffondersi di limoni, arance amare, bionde e rosse, cedri e bergamotti nella storia si rispecchia nella vita quotidiana, nella cultura e nella gastronomia italiani. Il dolcissimo odore di zagara invade le calde giornate siciliane, per poi trasformarsi nell’aroma di succulente arance in inverno, e in quel profumo di agrumi che tanto ricorda i Natali dell’infanzia. Le bucce d’arancia messe a seccare sui caloriferi....chi non le ricorda?
Di recente ho
trovato dei favolosi bergamotti dalla Calabria: quei frutti rari che vengono anche chiamati l’oro verde, poiché sono gli agrumi più preziosi al
mondo. La loro origine è atipica: sono nati, infatti, da un’impollinazione
incrociata di un albero di limone e uno di arancia amara avvenuta in modo inspiegabile
in Calabria verso la metà del
diciassettesimo secolo. Prima di allora i bergamotti non esistevano.
L’albero di bergamotto cresce rigoglioso solo in una stretta striscia di terra di circa settantacinque chilometri, da Villa San Giovanni, sulla costa tirrenica, a Brancaleone, sul mar Ionio. In questa zona gli alberi di bergamotto producono frutti senza uguali, grazie alle condizioni estreme del tempo, che garantiscono la ricchezza di contenuto di pregiatissimo olio essenziale. I bergamotti sono un po’ gli alternativi fra gli agrumi, i diversi del gruppo: degli spiriti liberi, un po’ hippy. Crescono spensierati, disordinati e in maniera interamente biologica. L’olio essenziale che si sviluppa e viene immagazzinato nei pori appena al di sotto della superficie della scorza rende il bergamotto un frutto tanto prezioso da meritarsi il paragone con l’oro, oro verde, appunto. L’olio essenziale che se ne ricava, e che viene usato come agente di fissaggio nel settore dei profumi, li ha resi famosi e ricercati in tutto il mondo. Fu un profumiere italiano, Giovanni Maria Farina, che ha perfezionato l’arte della distillazione in Germania nel XVIII secolo, a creare la famosissima Eau de Cologne, e così descriveva il suo nuovo profumo a base di bergamotto: “il profumo di un mattino di primavera in Italia, di un narciso di montagna e dei fiori di agrumi dopo la pioggia.”
L’albero di bergamotto cresce rigoglioso solo in una stretta striscia di terra di circa settantacinque chilometri, da Villa San Giovanni, sulla costa tirrenica, a Brancaleone, sul mar Ionio. In questa zona gli alberi di bergamotto producono frutti senza uguali, grazie alle condizioni estreme del tempo, che garantiscono la ricchezza di contenuto di pregiatissimo olio essenziale. I bergamotti sono un po’ gli alternativi fra gli agrumi, i diversi del gruppo: degli spiriti liberi, un po’ hippy. Crescono spensierati, disordinati e in maniera interamente biologica. L’olio essenziale che si sviluppa e viene immagazzinato nei pori appena al di sotto della superficie della scorza rende il bergamotto un frutto tanto prezioso da meritarsi il paragone con l’oro, oro verde, appunto. L’olio essenziale che se ne ricava, e che viene usato come agente di fissaggio nel settore dei profumi, li ha resi famosi e ricercati in tutto il mondo. Fu un profumiere italiano, Giovanni Maria Farina, che ha perfezionato l’arte della distillazione in Germania nel XVIII secolo, a creare la famosissima Eau de Cologne, e così descriveva il suo nuovo profumo a base di bergamotto: “il profumo di un mattino di primavera in Italia, di un narciso di montagna e dei fiori di agrumi dopo la pioggia.”
Non bastasse l’industria profumiera, il bergamotto è ricercato anche dall'industria raffinata del tè, per l'aroma inconfondibile che dona a ogni tazza di Earl Grey, una miscela di tè neri cinesi, olio e scorza di bergamotto.
Ma che cosa ne ho
fatto dei miei (pochi) bergamotti? E’ quasi Natale....ho fatto la marmellata,
per le nostre colazioni e merende, ma anche i canditi. So già, per averli già
fatti in passato, che i canditi di bergamotto vengono molto amari, ma ci
servono i canditi per il nostro panettone artigianale, quindi ne ho fatti anche
di bergamotto. E ora farò quelli di arancia.
Ovviamente, se
avete intenzione di utilizzarne le scorze (ma anche se non lo fate) è bene
assicurarsi che le stesse siano edibili, ovvero si possano mangiare: se sono
bio è ancora meglio. Ma, soprattutto,assicuratevi, se li comprate in un
supermercato e non sono bio, che non riportino le scritte che, dichiarando che
le bucce sono trattate con certe sostanze, non sono edibili, In quel caso non
usatele!
Come forse ormai
saprete, a noi le marmellate e le confetture piacciono con poco zucchero e
cotte brevemente, per evitare che caramelli lo zucchero o che perdano il vero
sapore della frutta. Perciò utilizzo il Fruttapec 3:1. E così ho fatto anche
questa volta, utilizzando solo 350 gr. Di zucchero per 1kg di frutta.
350 gr. zucchero
1 busta fruttapec 3:1
Preparazione:
Se volete evitare l'amaro tipico, mettete a bgno per un paio di giorni, cambiando spesso l'acqua, i bergamotti interi.
Dopodichè sbucciateli al vivo,, ovvero togliendo anche la pellicina bianca e pesateli.
Sminuzzateli e metteteli in una capiente pentola, aggiungete lo zucchero e il fruttapec, portate a bollore e lasciate sobbollire per massimo 5 minuti.
invasate in vasetti ben sterilizzati, chiudete e capovolgete per 15 minuti, poi rimettete i vasetti dritti.
E buone colazioni!
Per le scorze candite seguite il procedimento che avevo descritto qui.
Marmellata di Bergamotto
Ingredienti:
1 kg bergamotti già sbucciati e spellati al vivo350 gr. zucchero
1 busta fruttapec 3:1
Preparazione:
Se volete evitare l'amaro tipico, mettete a bgno per un paio di giorni, cambiando spesso l'acqua, i bergamotti interi.
Dopodichè sbucciateli al vivo,, ovvero togliendo anche la pellicina bianca e pesateli.
Sminuzzateli e metteteli in una capiente pentola, aggiungete lo zucchero e il fruttapec, portate a bollore e lasciate sobbollire per massimo 5 minuti.
invasate in vasetti ben sterilizzati, chiudete e capovolgete per 15 minuti, poi rimettete i vasetti dritti.
E buone colazioni!
Per le scorze candite seguite il procedimento che avevo descritto qui.
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