(English Version will follow)
Oggi pomeriggio siamo stati al primo appuntamento de L'ora del racconto, una serie di letture animate da attori professionisti offerta gratuitamente dalla biblioteca comunale.
Oggi pomeriggio siamo stati al primo appuntamento de L'ora del racconto, una serie di letture animate da attori professionisti offerta gratuitamente dalla biblioteca comunale.
Il titolo
dell'appuntamento era "I racconti della scatola rossa", come
performer c'era Claudio Milani di
Latoparlato, un attore che abbiamo scoperto essere straordinario.
La scatola rossa che
compare in scena fin dall'inizio della performance ha un nome: Gloria, ed è
un'eredità che il narratore ha ricevuto dal nonno, che gli raccontava a sua
volta sempre delle storie con l'aiuto di Gloria. Perchè il nonno usava anche la
musica nelle sue storie, ma non sapeva fare musica, e allora la musica la
faceva Gloria, e la fa ancora oggi.
Claudio Milani - Latoparlato |
E ogni volta che
Gloria si apre, inizia la musica, come in quelle vecchie scatole con carillon,
ed esce un racconto, che Claudio Milani narra ai bambini con un'espressività
straordinaria, con voci diverse, una mimica grandiosa e l'ausilio di pochi
oggetti che, in alcuni casi, si rivelano essere poi non banali oggetti. Ma
qualcosa di straordinario.
I racconti che
abbiamo avuto il piacere di "gustare" sono stati tre: Il Signore
delle Lanterne (personalmente il mio preferito in assoluto), Nannino e Ghita
(un riadattamento di Haensel e Gretel), Barbablu.
Fra i tre racconti
due momenti di animazione-gioco fatti di movimenti, grdia, silenzi, parole e
compartecipazione, divertentissimi, ai
quali hanno preso parte bambini e adulti accompagnatori con grande piacere e
divertimento.
IL SIGNORE DELLE
LANTERNE
Il Signore delle
Lanterne era un mago che con il suo
cappello magico sapeva accendere le luci che illuminano la notte altrimenti
totalmente buia: la luna, le stelle e le luci nelle camerette dei bambini. Per
raggiungerle si faceva aiutare dalle sue amiche, le lucciole, che erano
piccole, brutte e nere come le mosche.
Ma questo
"mago" aveva un fratello cattivo, il mago di Allun, e voleva la notte
tutta nera e senza luci, per poter commettere nefandezze di vario genere. Per
rendere la notte buia per sempre, imprigionò
il Signore delle Lanterne nella grotta del ghiaccio freddo per
trasformarlo in un cubetto di ghiaccio.
Per salvarlo sarebbe
necessario attraversare il Bosco del Sonno Profondo, ma è troppo rischioso:
basta toccare una foglia e si cade, appunto, in un sonno molto profondo. Una
sola lucciola decide di arrischiarsi e attraversarlo, ma le insidiose foglie
sono ovunque. Ce l'ha quasi fatta (fra gag e relative risate del pubblico)
quando quasi giunta alla fine del bosco viene sfiorata da una foglia che è
volata in alto a causa del vento e si addormenta.
Claudio Milani
chiede a questo punto ai bambini di aiutarlo a svegliarla sottovoce, ed essi ci
riescono: la svegliano, ma quando arriva alla grotta ormai è tardi. Il Signore
delle Lanterne si è sciolto come un cubetto di ghiaccio al sole ed è rimasto
solo il suo cappello.
La lucciola lo
indossa per riportarlo alle sue compagne e il cappello s'illumina (davvero,
lasciando a bocca a perta i bimbi) e da allora le lucciole illuminano tutte le
notti d'estate, accendendosi e spegnendosi. Perchè la luce è a intermittenza?
Perchè le lucciole quando si incontrano si tolgono il cappello per salutarsi e
quando se lo tolgono, esso si spegne, per poi riaccendersi quando viene di
nuovo posto sulla testa della lucciola.
Una conclusione
straordinaria.
Dopo la prima
storia, un "intervallo" con intrattenimento: abbiamo imparato a
simulare la corsa dei cavalli e abbiamo eseguito, tutti insieme, una corsa di
cavalli divertentissima.
A seguire, la
seconda storia: Nannino e Ghita, un adattamento di Haensel e Gretel.
Con le straordinarie
voci e mimiche di Claudio Milani, nelle vesti della strega, della matrigna e
dei bambini.
Nannino e Ghita
vivevano con papà e mamma in una casa vicino al bosco, ma un triste giorno la
mamma morì e venne presto sostituita da una cattivissima matrigna. LA perfida
donna riteneva che i bimbi mangiassero troppo e che se non ci fossero stati
loro le condizioni di vita sue e del padre sarebbero state molto migliori,
allora suggerì al padre di portarli in mezzo al bosco, accendere un bel fuoco,
farli addormentare lì e poi andarsene senza portarli con sè. Nannino, che quando la matrigna aveva parlato
col padre non dormiva ancora, scoprì il suo piano, uscì dalla porta di casa e
raccolse tanti sassolini che brillavano alla luce della luna per seminarli
lungo il sentiero e ritrovare la strada del ritorno anche di notte. E qui il racconto del tragitto nel
bosco procede con l'interazione dell'attore con i bambini: a ognuno viene posto
un sassolin nella mano, e i bambini si sentono partecipi di una storia grande
ed emozionante.( E, durante il ritorno, il sassolino viene raccolto.)
Grazie a questo
stratagemma, Nannino e Ghita riescono a far ritorno a casa, dove la matrigna è
costretta a far buon viso a cattivo gioco e a ripetere il trucco il giorno
seguente, chiudendo però, questa volta, a chiave la porta di casa e impedendo
loro di raccogliere sassolini luminosi.
Nannino allora
decide di seminare lamponi e more (caramelle che vengono consegnate a ogni
bambino presente alla lettura) lungo il sentiero, ma questi vengono mangiati
dagli animaletti del bosco (i bambini), quindi Nannino e Ghita si perdono di
notte nel bosco, fino a giungere a una casetta dalle mura di marzapane e
vengono attratti al suo interno da una vecchietta che si rivela essere poi una
strega. Nannino viene messo in una gabbia e Ghita ha il compito di farlo
ingrassare perchè la strega possa poi mangiarselo. Fortunatamente la sytrega ci
vede molto poco e per lungo tempo i bambini la ingannano porgendole un ossicino
di pollo al posto del dito di Nannino per farle sentire che è ancora troppo
magro per essere gustoso. Alla fine
Ghita con uno stratagemma riesce a far bruciare la strega nel forno e sotto le
sue ceneri i bambini trovano un pentolone pieno di monete d'oro e tornano dal
padre che, nel frattempo, aveva cacciato la matrigna pentito e li accoglie con gioia.
A questo punto il
nuovo intermezzo prevede le....bolle di sapone! E la magia delle bolle di
sapone, che all'inizio aveva incontrato i "sapientini" di turno che
avevano fatto i commenti da "sapientini" (e lo scrivo col sorriso,
pensando a quanto questi sapientini si lascino poi incantare dalle magie che
incantano tutti i bambini), lascia tutti a bocca aperta, specialmente quando
vengono fatte col solo ausilio delle mani e quando due mamme con un maglione di
lana vengono invitate a farsi avanti e a giocare a salterello delle bolle.
E infine BARBABLU
La bella Elissena,
in contrasto con i suoi fratelli che la mettevano in guardia raccontandole le
voci sulle precedenti mogli di Barbablù,
sposa il principe.
Quando Barbablù,
dopo poco tempo dal matrimonio, parte per un lungo viaggio, le consegna un
mazzo di chiavi con le quali può accedere a ogni stanza del castello, ma non
deve usare la chiave d'oro per una stanza dalla porta d'oro. E' l'unica che le
viene proibita.
Elissena, annoiata
da sola al castello, invita le sue amiche e, sera dopo sera, visita tutte le
stanze: ogni sera una stanza di un colore diverso, in cui si tiene una festa
con musicisti vestiti di quel colore. E il racconto fatto da Milani con le
vocine e la mimica è esilarante.
Ben presto le chiavi
lasciatele da Barbablu finiscono e Elissena non resiste alla tentazione e
sbircia, da sola, nella porticina d'oro
dove sono finite le altre sette mogli, che l'attore invita a immaginarsi,
chiudendo gli occhi con le mani, nella scena più spaventosa che venga alla
mente a ciascuno spettatore. Ecco, la scena che Elissena si trova di fronte è
proprio quella immaginata da ciascuno: raccapricciante. La chiave d'oro si
macchia indelebilmente di sangue, e per quanto Elissena tenti di pulirla, non
ci riesce e, all'arrivo di Barbablu non riesce a nascondergli di essere stata
nella stanza dalla porta d'oro. Il principe si arrabbia, si trasforma in orco e
cerca di uccidere Elissena che però scappa, gridando di finestra in finestra.
I fratelli di
Elissena sentono le grida e accorrono uccidendo l'orco e gettando la chiave
d'oro nel pozzo.
Terminata anche
l'ultima storia, Claudio Milani si congeda insegnando a salutare con un ciao
come quello del mago di Allun, dell'orco, della strega cattiva, ecc. fino al
ciao silenzioso, tutti insieme, un ciao corale e divertito da parte di tutti.
Uno spettacolo
sinceramente eccezionale, accompagnato da musiche scelte con cura e luci che
giocano con la scena su cui si trova il narratore, inframmezzato da momenti di
interazione con i bambini e il pubblico tutto che rendono il tutto molto più
divertente e coinvolgente di quanto già non sarebbe per la bravura di Milani.
E i bambini si
sentono protagonisti, grazie a questi momenti in cui vengono chiamati a essere
parte attiva della storia: quando chiedono a Gloria di aprirsi, quando reggono
i sassolini luminosi; oppure quando, fuori dalle storie, partecipano agli
intermezzi.
Non bastasse per la
giornata di oggi, abbiamo avuto il piacere e l'onore di incontrare Andrea
Vitali in libreria e di farci autografare il suo nuovissimo libro, una
"fiaba per tutte le età": come fu che Babbo Natale sposò la befana.
Ne avevo ordinata
una copia per i miei bimbi ed ero felice di andare oggi a farlo autografare, ma
Vitali è stato incredibilmente gentile, nonostante sia arrivata, per i
precedenti impegni, quasi alla fine dell'orario in cui si era reso disponibile,
e ha scritto addirittura una dedica ai miei bimbi. Mentre andavo a prendere il
libro, diretta alla libreria, ho anche deciso di acquistarne una copia per i
miei nipotini e lui, con estrema gentilezza, ha dedicato e firmato anche la
loro copia. Devo dire che avevo letto di lui che è un autore molto cordiale e
disponibile, e in realtà l'ho davvero trovato tale.
Andrea Vitali |
Devo dire che è
identico alle foto che si trovano in giro di lui, salvo che ieri sera indossava
una giacca marrone come quella delle foto qui sopra e un ascot in tinta, da
vero Signore di campagna inglese.
Ecco qui la
copertina del suo libro, uscito il 29 ottobre scorso e definito come una
"fiaba per tutti" bambini dagli 8 anni, direi, ai 99:
Come fu che Babbo Natale sposò la Befana - Andrea Vitali |
E lo trovate qui
.
Non ho pensato (e
forse anche se ci avessi pensato non avrei avuto la sfacciataggine di
chiederglielo) a fare una foto con lui e il suo libro....peccato. Ma sono
appunto sicura che non lo avrei chiesto anche se mi fosse venuto in mente!
Sono comunque troppo
felice!
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