mercoledì 11 novembre 2015

L'estate di San Martino

Oggi cade il giorno di San Martino, giorno in cui in molti paesi, fra cui quelli germanofoni, si festeggia un giorno dedicato alla modestia e all'altruismo, nel giorno dedicato a San Martino di Tours.


Nei giorni che precedono l'11 novembre, i bambini costruiscono le proprie lanterne, spesso fatte di carta, o di legno di balsa e carta di riso, o di vetro, e il giorno 11 ci sono processioni di lanterne in molte cittadine (Martinsumzüge or Laternenumzüge). Spesso ad aprire la processione vi è un adulto che impersona San Martino, di solito vestito da legionario romano, a cavallo del proprio destriero.
I bambini seguono portando le proprie lanterne e alla fine della processione ci si raduna intorno a un grande fuoco per cantare canzoni dedicate a San Martino, si mangiano dolci e si beve vin brulé, qui chiamato Glühwein.

In Novembre si ha la consolazione di un brevissimo ritorno del tepore (che quest'anno, a dire il vero, non ci ha mai abbandonati), del bel tempo e dell'asciutto e sereno. Un'estate corta, secondo i proverbi: l'estate di San Martino dura tre giorni e un pochino. Ma anche: A San Martino, si veste il grande e il piccino. Infatti, se non è oggi sarà domani, la neve è vicina.
E la famosa notte di San Martino la neve era già scesa abbondante, e il cavallo, ferrato a ghiaccio, cavalcava a fatica, mentre Martino di Tours si stringeva nel suo mantello, tremando comunque per il freddo. Martino, soldato delle legioni romane fino a quel momento, era in viaggio verso casa, gli mancavano ancora poco meno di quattro giorni di viaggio a cavallo.
Quando, all'improvviso, gli si parò davanti un povero vecchio, talmente povero che con quel freddo, fra quella neve, non aveva nemmeno un cencio che gli coprisse le spalle. 
Martino, commosso da tanta povertà e da tanto freddo che doveva patire quel pover'uomo, tirò la briglia al cavallo; si levò il mantello, e con la spada lo tagliò a metà. Una metà la usò per coprire il vecchietto e riprese il suo viaggio.
Secondo alcuni racconti nel momento stesso in cui il soldato porgeva al povero la metà del suo mantello, secondo altri il giorno successivo, dopo che la notte Martino la ebbe passata in una locanda, tutta la neve che era in terra disparve, la terra si rasciugò, l'aria si fece calda, le piante sparsero la foglia, gli uccelli si misero a cantare: insomma una piccola estate in pieno novembre. Martino credeva di sognare, e proseguì il viaggio fino a sera. La sera si fermò in una locanda, e lì vide che tutto era ridiventato bianco e coperto di neve.

Il giorno dopo, coperto dal solo mezzo mantello, si rimise a cavallo e ripartì. E per strada incontrò un altro povero, che non aveva per coprirsi altro che le mani. E Martino questa volta, diede al povero il resto del suo mantello, tenendosi per sé tutto il freddo. E all'improvviso di nuovo il freddo scomparve. 

La mattina del terzo giorno Martino, nuovamente a cavallo per tornare verso casa, incontrò un terzo povero. Non avendo più mantello, pensò bene di sacrificare la propria sottoveste, e di nuovo si ripetè il miracolo della scomparsa della neve e del freddo,

La quarta mattina Martino era l'ultima volta che si vestiva all'albergo; mezza giornata soltanto lo separava ormai da casa, e aveva solo una camicia, sotto quelle gelide armi, per difendersi dall'aria freddissima e dalla neve. Era appena partito che un braccio nudo si tese tremolante verso di lui - e Martino, senza pensarci troppo, donò anche la camicia. E per la quarta volta l'inverno cedette improvvisamente all'estate, per tutto il tempo che servì a Martino per giungere a casa. 
E poiché egli dubitava ancora di aver sognato, Cristo gli apparve, nella notte, ricoperto del suo mantello, quello ceh aveva dapprima tagliato a metà per donarne a un povero, poi donato a un altro povero.

Novembre nebbioso, talvolta piovoso, se non addirittura già nevoso  gode di questi tre giorni e mezzo d'estate, chiamata l'estate di San Martino.

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