venerdì 28 agosto 2015

Letture ad alta voce: perchè fanno bene ai bambini


Diciamocelo, sappiamo tutti che leggere ad alta voce ai bambini piccoli, anzi, fin da piccolissimi, è un'ottima abitudine che aiuta ad amare la lettura.
In particolare, aiuta ad amare la lettura se chi legge lo fa con amore, mettendoci passione e concentrandosi su quello che sta facendo.

I bambini amano le letture ad alta voce, e amano che si legga loro anche una volta che hanno imparato a leggere a loro volta. Perché permette loro di vagare con la fantasia in mondi vicini e lontani, in mondi fantasiosi, di immaginare come sono le cose e le persone descritte nel libro.

Se poi ci si mette passione e intonazione, i bambini lo amano ancora di più, perchè rimangono sorpresi, spaventati, coinvolti dalle stesse emozioni che provano i protagonisti all'apparire di un mostro, all'udire di un rumore sinistro, all'apparire di una meravigliosa principessa.

A corollario di tutto ciò vi dirò che io ho amato la lettura ad alta voce anche ai tempi del liceo, avendo un anziano professore di latino che nell'ultimo quarto d'ora di lezione, durante il primo biennio, ci leggeva dei racconti sui bambini romani, su quando andavano a scuola, quello che imparavano, come scrivevano.
Erano racconti veri e propri, spesso narrati in prima persona dal protagonista, perciò erano coinvolgenti, interessanti, ti facevano "vivere" la scuola in quel periodo storico, che, per inciso, era quello che stavamo studiando e in cui si inseriva anche il latino che cominciavamo a conoscere. E mi ha fatto molto amare quell'anziano professore così severo e gentile.

Sappiamo che leggere loro ad alta voce fin da piccolissimi, e dimostrare amore per la lettura, li incoraggia a crescere da lettori, da amanti dei libri, perché imparano più dall'esempio che da tante parole.

Ma, scientificamente, ci mancava la spiegazione (se ce ne fosse bisogno) del perché fosse tanto importante la lettura dei racconti, anche solo prima della nanna, ai nostri bambini.

Come in Italia l'iniziativa Nati per Leggere, anche negli USA l'associazione dei Pediatri Americani (American Academy of Pediatrics) lo scorso anno ha emesso un "editto" secondo il quale all'interno degli studi pediatrici si dovevano includere, fra le cure assistenziali prestate, anche la promozione della lettura iniziando alla nascita.

 In termini pratici, questa raccomandazione diceva che i pediatri avrebbero dovuto almeno periodicamente suggerire ai genitori di leggere ai loro bimbi e bebè, poiché la lettura ad alta voce li aiuta a crescere bene e li aiuterà più tardi negli studi.
Esiste infatti una serie di studi che collegano direttamente l'essere cresciuti in mezzo ai libri e con qualcuno che abbia letto per noi ad alta voce con lo sviluppo del linguaggio e il successo scolastico.

Tuttavia non era ancora noto il meccanismo che legasse le due cose, ovvero il perché leggere ad alta voce ai bambini fin da neonati aiuti lo sviluppo neuro cognitivo.

In Agosto, però, la rivista scientifica Pediatrics ha pubblicato i risultati di uno studio che ha utilizzato la RMN (risonanza Magnetica Nucleare) per studiare l'attività cerebrale di bambini fra i 3 e i 5 anni mentre ascoltavano storie adatte alle rispettive età. I ricercatori hanno rilevato differenze significative nell'attivazione del cervello in relazione a quanto era stato letto ad alta voce ai bambini a casa.

La conclusione dello studio è una correlazione positiva fra un'elevata esposizione a letture ad alta voce in età prescolastica e l'attivazione neurale della corteccia sinistra parietale-temporale-occipitale , una regione considerata come un hub che supporta l'elaborazione del linguaggio semantico, che, scientificamente, è alla base del successo negli studi e nella vita. Questa regione cerebrale è quella che permette di immaginare mentalmente e di comprendere le narrazioni. Attenzione, ciò non significa che il bambino sviluppi solo quella che è comunemente detta "immaginazione fervida", ma l'immaginazione è intesa anche come la capacità di pensiero, di immaginare soluzioni ai problemi, di individuare nuove possibilità anche in campo scientifico o tecnico.

Tradotto, i bambini che avevano genitori che leggevano loro di più a casa e che avevano più libri vedevano un'attivazione significativamente maggiore di quest'area del cervello, che è, come racconta il Dr. John S. Hutton, uno dei principali autori dello studio, del Cincinnati Children's Hospital Medical Center, "una regione che si occupa di integrazione multisensorial, integra il suono e la stimolazione visiva".
Questa stessa regione diventa molto attiva più avanti, quando i bambini leggono da soli, ma la novità dello studio sta nel fatto che si attiva anche quando si ascoltano storie, e queste aree del cervello elaborano associazioni visive, quindi anche se i bambini non stanno di fatto utilizzando la vista per leggere e guardare immagini, la regione si attiva. "E' come se i bambini utilizzassero l'occhio della mente per immaginare ciò che viene loro descritto e non mostrato, e il fatto che quest'area sai attivi maggiormente nei bambini che hanno ascoltato più storie lette ad alta voce può indicare che questi bambini sviluppino capacità che permettano loro di creare immagini e storie dalle parole che ascoltano. Li aiuta a comprendere qual è l'aspetto delle cose e può aiutarli a passare ai libri non illustrati. Ciò che permetterà loro più tardi di divenire dei lettori migliori, perché hanno sviluppato quella parte del cervello che li aiuta a "vedere" che cosa sta accadendo nella storia."
Il Dr. Hutton sostiene anche che la loro creatività è in questo modo stimolata in un modo che né i cartoni né i video possono fare, poiché tolgono loro almeno una parte della necessità di immaginare e , appunto, creare.

Naturalmente a ciò va aggiunto che, pur essendo risaputo che i bambini imparano a parlare e imparano parole dai genitori o da chi li circonda e accudisce, i libri spesso contengono molte parole che non vengono utilizzate quotidianamente e che i bambini quindi si trovano a imparare senza difficoltà, Cosa che non accade quando nessuno legge loro dei libri, le parole conosciute rimangono quelle del lessico familiare e quindi limitate.

Perciò si può dire che i bambini a cui i genitori leggono storie ad alta voce sentono e imparano un maggior numero di parole, mentre, allo stesso tempo, il loro cervello si esercita nel creare immagini associate a quelle stesse parole, e con frasi complesse e rime che si trovano anche nelle storie più semplici.

Mi ha affascinato scoprire questo studio, la cui ricerca mostra la complessità e i meccanismi che soggiaciono a qualcosa che sembra naturale, facile e semplice.

Quando leggiamo ai nostri bambini, fondamentalmente lo facciamo per stare con loro, per condividere tempo e gioia con loro, ma abbiamo così anche capito che non è solo un'attività piacevole da fare con i bambini, ma ha anche una funzione di accrescimento delle reti del cervello che servono nel lungo termine al passaggio alla lettura autonoma. E tutto ciò accade nel contesto di un contatto faccia a faccia con i bambini, pelle a pelle (come nel nostro caso, dove la lettura spesso avviene tutti insieme nel "lettone"), di un rituale confortante e gioioso.

Se servisse, ecco un motivo in più per partecipare ai #Flashbook e alle Letture Animate!

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