venerdì 27 gennaio 2017

A Venezia con i bambini

Siamo di recente stati a Venezia con i bambini, una scelta strategica quella del mese di Gennaio: molto freddo, subito dopo le festività Natalizie e di fine anno che sicuramente portano molti turisti nella meravigliosa città lagunare, e prima dell'inizio delle celebrazioni del Carnevale, che portano ancora più gente.
Perché il Carnevale lì non si risolve in un weekend o un martedì grasso, si protrae per diverse settimane, con maschere che girano per la città, per poi culminare nelle celebrazioni del martedì.

Abbiamo anche avuto fortuna: giornate freddissime, ma splendide, con un cielo blu da sogno e un sole incredibile, che non ha riscaldato per nulla, ma ci ha regalato colori vivaci, bagliori e baluginii dell'oro dei mosaici, e foto indimenticabili. Nonostante siano state fatte con lo smartphone, perché la cara, vecchia, adorata Canon ci ha abbandonati.

Abbiamo deciso di raggiungere Venezia in treno: prima di tutto, perché è la cosa più logica da fare, non essendo una città dove ci si possa muovere in auto, anzi, costituendo quest'ultima un impiccio di cui preoccuparsi; in secondo luogo per far provare ai bambini l'ebbrezza del treno ad alta velocità, anche se, fra Milano e Venezia, non è che raggiunga punte mirabolanti, dato che fa numerose fermate.

Una scelta che ripetiamo ogni volta che ci rechiamo nella laguna, e di cui non abbiamo mai avuto di che pentirci, nonostante i ritardi accumulati anche dai FrecciaRossa spesso e volentieri, e nonostante ciò significhi, per noi, levatacce all'alba, camminate, treni in coincidenza, ecc.

Venezia, Canal Grande
Venezia ci ha accolti in vaporetto: nonostante esso sia carissimo per la singola corsa (7,50€ qualunque sia la destinazione), e nonostante il biglietto per 48 ore sia un salasso (120€ in 4, bambini inclusi), abbiamo optato per il 48 ore, perché avevamo intenzione di far visitare anche Murano e, soprattutto, Burano, ai bambini, e di far loro provare anche il vaporetto, quindi conveniva decisamente la scelta del biglietto per due giorni.



Il Canal Grande ci si è presentato, visto il sole e il cielo blu, in tutta la sua maestosità: immutato nel tempo, sempre più bello di come lo ricordi dall'ultima visita, ha letteralmente lasciato, con i suoi magnifici palazzi, le barche per il trasporto delle merci, quella della Polizia, dei Carabinieri, i taxi....insomma i bimbi ne hanno avuto abbastanza per non smettere di meravigliarsi fra "Aaaaaah!", "Ooooooh!", "mamma guarda!"
Ma anche per gli adulti...nonostante le tante volte in cui abbiamo visitato Venezia, c'è sempre qualcosa di più che si nota, qualcosa di diverso, qualcosa che stupisce.

Abbiamo raggiunto, con il vaporetto, la zona di San Marco, dove abbiamo trovato una conveniente camera quadrupla per il nostro soggiorno, per liberarci dagli zainetti che costituivano i nostri quattro bagagli ed essere liberi di girare senza pesi e ingombri inutili la città lagunare.
Dall'hotel abbiamo diretto i nostri passi proprio alla Piazza San Marco, l'unica piazza veneziana a non chiamarsi campo, per vedere se saremo riusciti ad entrare facendo una coda accettabile nella Basilica di San Marco. Et voilà, accontentati! I miracoli del mese di gennaio, meno di 10 minuti di coda ed eravamo non solo dentro alla Basilica, ma anche in cima alle scale che fanno accedere al terrazzo e al museo, nel quale sono conservati i cavalli dorati originali della facciata, alcuni mosaici strappati durante lavori di restauro dell'Ottocento e mai riposizionati, e dal quale sono visibili i camminamenti che suppongo appartenessero al gineceo e i mosaici dorati delle cupole da molto vicino. Insomma, un'esperienza emozionante, perché permette di osservare da vicino come sono fatte le tessere dei mosaici e di vederne alcuni che non sono più sulle pareti della basilica.
Piazza San Marco dalla Terrazza della Basilica

Scoprire che le tessere dei mosaici dorati non sono state messe "a caso", ma che hanno differenti inclinazioni, ognuna diversa, per poter riflettere al meglio la luce all'interno della Basilica, per i bimbi, ma anche per noi, è affascinante. Così come vedere sia quelli d'oro che quelli strappati nell'Ottocento da vicino e scoprire che i volti sono composti da tessere molto piccole, per poter riprodurre espressioni, rughe, ombre, fili di capelli, mentre le tessere che compongono altre parti sono più grandi.

E nella visita alla Basilica se ne va molto tempo: anche perché, oltre al museo e alla terrazza, che si affaccia sulla meravigliosa Piazza e, da sola, vale tutto il tempo a disposizione, vogliamo a tutti i costi vedere sia la Madonna del Bacio, così chiamata perché i fedeli passavano davanti a lei e la baciavano, sia il braccio di San Marco che sporge da una delle Colonne. Narra infatti la leggende che il corpo di San Marco abbia avuto delle traslazioni travagliate: dopo essere stato portato a Venezia da due mercanti in modo rocambolesco da Alessandria d'Egitto, dove era stato martirizzato e dopo che fu costruita la prima Basilica per accoglierlo, la chiesa andò distrutta in un incendio, per poi essere ricostruite due volte: una per sostituire quella bruciata, una seconda perché Venezia diventava sempre più grande e potente e la Basilica simbolo della città doveva essere ricostruita per riflettere la sua ricchezza. Le vicissitudini del Santo quindi non terminarono con l'arrivo a Venezia: nel 1063, durante i lavori di ricostruzione della Basilica, il corpo venne nascosto nella Chiesa, per paura che venisse rubato, ma fu nascosto così bene che nessuno riuscì più a ritrovarlo. Passarono trent'anni senza che nessuno riuscisse a ricordare dove era stato nascosto, e la leggenda vuole che, stanco di rimanere nascosto, San Marco decise di farsi ritrovare, facendo uscire un braccio dal pilastro in cui era stato nascosto, e rovinando la decorazione in marmo. Era il 25 giugno 1094, e il povero San Marco venne sepolto nella cripta. Ma la cripta venne chiusa perché sempre invasa dall'acqua, e solo nel 1811 San Marco venne collocato sotto l'altare maggiore.

Insomma, dopo vane ricerche e dopo aver chiesto a due custodi che ci hanno dato indicazioni diverse, abbiamo scoperto che il pilastro del miracolo sarebbe, dando le spalle al mosaico che narra il ritrovamento del corpo del santo, il pilastro dell'altare che vi sta di fronte, la sua parete di destra, dove si trova un rilievo con una croce.

Usciti dalla Basilica, e guardandone la facciata, sulla destra si trovano i Tetrarchi, i quattro imperatori che si divisero l'impero ai tempi di Diocleziano, riconosciuta immediatamente dal bimbo più grande per averlo studiato in storia, e prontamente da lui fotografati. Anche qui una bella leggenda: in realtà sarebbero quattro Mori trasformati in statue perché volevano rubare il tesoro di San Marco.
quattro mori, tetrarchi, Venezia
I quattro mori o i tetrarchi


E, di fronte alla Basilica, la pietra del bando: da questa pietra e da quella uguale in Rialto venivano letti gli editti e i bandi, che acquisivano così il carattere dell'ufficialità, insomma come l'odierna pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

San Marco ha ingresso gratuito, ma una coda d'ingresso che nei mesi "normali" è in media di 45 minuti, ma esiste la possibilità di saltarla acquistando un biglietto di due euro su un sito dedicato; in gennaio questa agevolazione non c'è, perché, come vi ho detto, non c'è quella coda.
Se la visita alla Basilica è gratuita, l'interno si rivela a pagamento per quanto riguarda la Terrazza e il Museo, con vista da vicino dei mosaici d'oro; altro pagamento per la Pala d'Oro; altro ancora per il Tesoro di San Marco; infine un altro pagamento per il campanile.

Solo la visita di un giorno può essere un piccolo salasso per una famiglia di quattro persone, ma indubbiamente ne vale la pena: se consideriamo che molte chiese decisamente meno belle e interessanti in Gran Bretagna sono a pagamento, dai miei ricordi, dalla fine degli anni Ottanta....

Abbiamo rinunciato, un po' per stanchezza, un po' perché, con delle giornate splendide benché freddissime, volevamo stare all'aperto e vedere i palazzi veneziani e il mare e i vaporetti e tutte le barche e i canali minori, a visitare Palazzo Ducale, ma lo abbiamo molto ammirato dall'esterno, con le sue splendide linee gotiche e il suo delicato colore rosa, con il suo aspetto arioso in basso e più pieno in alto, l'esatto contrario delle normali architetture, e i suoi capitelli, diversi uno dall'altro.
Palazzo Ducale, Venezia
Abbiamo fatto rotta alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare anche in piedi, veloci, per continuare nella perlustrazione della città. Abbiamo attraversato il "sottoportego" dal lato delle Mercerie, che è la base della torre dell'orologio, e abbiamo visto l'altorilievo marmoreo a ricordo di un'altra leggenda veneziana, quella della vecchia del Morter. Si racconta di una vecchina che, facendo cadere un pesante mortaio dalla finestra, uccise nel 1310 uno dei congiurati che erano alla testa di una folla che voleva espugnare palazzo Ducale, mettendo così fine, involontariamente, alla rivolta.
Abbiamo girovagato per la città, poi, approfittando dell'abbonamento 48 ore che avevamo fatto, ci siamo decisi a prendere un vaporetto in direzione Rialto, per cercare un'osteria dove cenare.

 A Rialto siamo arrivati col buio, ovviamente, e abbiamo girovagato al gelo alla ricerca di un posticino che ci ispirasse, con piatti veneziani, carino e non troppo da turisti.

Ponte Di Rialto, Venezia
la scalinata del Ponte di Rialto

Così ci siamo un po' allontanati dal ponte, esageratamente turistico, e ci siamo addentrati nelle piccolissime vie, fino a trovare ciò che cercavamo e cenare tranquilli e finalmente al caldo. A proposito, lo sapete perché Rialto si chiama così? Deriva dal latino Rivus Altus, perché è una zona "rialzata" rispetto ad altre di Venezia, e difficilmente l'acqua alta la invade. non solo l'acqua alta, ma anche le invasioni provenienti dal mare difficilmente giungevano fin qui, ed è per questo che divenne il cuore commerciale della città.

Usciti dall'osteria però....il freddo più che pungete si è fatto sentire eccome! Tremavamo come delle foglie, e abbiamo deciso di trottare per campi e calli fino all'hotel, in modo da scaldarci un po' camminando rapidi.

Senza rinunciare, però, alla vista della Piazza San Marco ormai spopolata a causa del freddo, e della Basilica in notturna, così come del campanile.



E in hotel, al calduccio nel pieno centro veneziano, è terminata la nostra prima giornata dedicata alla magnifica Venezia, leggendo guide e pianificando, più o meno, l'itinerario per l'indomani.

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