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lunedì 21 ottobre 2013

Le venti cose che non mi pentirò di aver fatto con i miei bambini / The 20 things I won't regret doing with my children


  1. Dire loro "Ti voglio bene" ogni giorno: è una frase forte ed è importante saperla dire: esprimere anche a parole i propri sentimenti ha un suo peso. E così li fa sentire ancora più amati e impareranno (soprattutto quello fra i due che è una specie di muro) a usarla anche loro al momento giusto.
  2. Ascoltarli, ascoltare le loro storie, i loro racconti: mi dicono molto di loro, dei loro cuoricini, di che cosa amano di più, temono di più, che cosa li irrita. E' un modo per conoscerli meglio.
  3. Dedicare loro attenzione totale mentre parliamo: è importante guardarsi negli occhi quando si conversa, significa che stiamo loro dedicando vera attenzione. Il che significa spegnere il pc, mollare lo Smartphone, far attendere ciò che dovremmo fare. Ma ci sono momenti in cui tutto perde importanza di fronte al piccolo, enorme racconto che questo elfo ci vuole fare. O di fronte alla risposta che attende. Anche se poi mi alzo alle 5 per finire alcune cose (come questo post).
  4. Dire "sì" quando sarebbe più semplice dire "no": quando non ho tempo ma decido di prendermelo lo stesso; quando non ho voglia di ripulire il macello che faranno facendo gli esperimenti "scientifici" o qualche lavoretto particolarmente sporchevole; quando sono stanca e non ho voglia di leggere loro l'ennesima storia, quando mi chiedono di fare l'ennesima corsa insieme. UN sì è spesso più importante.
  5. Dire no anche quando sarebbe più facile dire di sì.  I miei bimbi non guardano la TV, salvo alcuni documentari selezionati da noi. Vedono cartoni e film (venerdì e sabato sera, se non c’è nulla di meglio da fare) adatti alla loro età (e no, Avatar non era adatto a un bimbo di tre e uno di cinque anni, mi dispiace) registrati, evitando così anche la pubblicità stupida e dannosa. Leggono tanti libri e fumetti adatti alle loro età. E il piccolo ancora legge a fatica, e allora glieli leggo io. E la mia massima soddisfazione è che ogni tanto si siedono sul divano e il fratello più grande glieli legge lui. E’ bellissimo da vedere e ascoltare. E non usano giochini elettronici. E il tablet lo usano col contagocce. E no, non vivono nelle caverne, in caso ve lo stiate domandando, siamo una famiglia ultraconnessa, i bimbi dispongono di un PC touch da quando avevano tre e un anno, ma lo usano per cose istruttive e poco tempo. Perché la vita non è PC, tablet, Smartphone, ma nemmeno Nintendo DS, Playstation, ecc. La vita è aria aperta, foglie, il riccio del giardino, i giochi, le corse, i libri, l’immaginazione e la fantasia. C’è tempo per stare seduti al chiuso a rimbambirsi. E sì, lo so che tutti gli altri bambini vedono la TV. E so anche che ci sono rimasta male quando la maestra di mio figlio in prima mi disse che però così lo rendevamo un po’ isolato dagli altri bambini, perché speravo in un atteggiamento diverso (che poi quest’anno ho avuto la soddisfazione di trovare nella maestra del piccolo) e al massimo mi aspettavo che dicesse agli altri di guardarne meno che ci sono cose migliori nella vita. Ma alle volte la risposta deve essere NO, anche se sembra che tutti gli altri rispondano sì. E anche se sarebbe più semplice e comodo dire sì.
  1. Far fare loro esperienza diretta delle cose nuove: portarli a un museo (magari senza la pretesa di vederlo da cima a fondo) per vedere dal vero la pittura è talvolta importante tanto quanto il dipingere stesso e raccontare loro la storia della pittura. Soprattutto se uno degli elfi, dopo esperienze pittoriche libere a casa e all'asilo, dove l'idea era la libertà di espressione, si ritrova a scuola dove lo stereotipo nel disegno e nel colore vince: ecco...vediamo un Picasso, un Matisse, capiamo l'arte. E usiamo i colori. E la storia: andiamo a vedere le impronte vere dei dinosauri veri sullo Jura, al Museo di Storia Naturale, invece di leggerli e studiarli sui libri e basta. E ooooooooo la meraviglia di Leonardo da Vinci vista e sperimentata in mostre dove puoi toccare, fare. E la geografia che noia! Ma se esplorassimo il mondo, oltre che dal vero fin dove possibile, guardandolo via internet? e leggendo fiabe dei paesi lontani?
  2. Aver loro insegnato a dire grazie, per favore. E a stare a tavola educatamente. Non credo siano necessarie spiegazioni.
  3. Essermi fatta aiutare da loro, anche se significa metterci molto di più. Ci mettiamo più tempo a preparare una cena se sto insegnando loro come preparare il pesto? Sì. Lo stesso accade col mettere via ognuno I propri vestiti piegati, col pulire dove abbiamo sporcato, con l’apparecchiare la tavola, con l’allacciarsi zip, bottoni, stringhe delle scarpe. Ma devono pur imparare, sono attività che dovranno fare nella loro vita. Non farei loro un buon servizio se lo facessi al posto loro e non lasciassi che mi aiutino o che imparino. A parte il fatto che vorrei vedere un’altra al mio posto con l’elfo due, che da quando aveva 18 mesi non si è mai lasciato vestire una volta, pena il togliersi tutto e il rifare tutto, da solo, da capo! 
  4. Ridere con loro. O sorridere con loro. O divertirmi con loro. Voglio solo che sappiano che adoro stare con loro. Che mi diverto, che ne sono contenta. 
  5. Insegnare loro il valore del lavoro e del denaro. Voglio che sappiano che il lavoro è importante e anche il denaro, se usato bene. Non voglio che crescano nell’idea di poter avere tutto senza sforzo, senza fatica o senza etica. Il lavoro è una cosa buona che costa fatica ma dona soddisfazioni, e loro lo sanno. Perciò aiutano in base alle loro età e aiuteranno sempre di più in casa, hanno una paghetta settimanale che devono gestirsi bene (ora è ovviamente minima essendo piccoli), pena il rimanere senza soldini quando desiderano qualcosa. E se combinano pasticci rimediano, pulendo, raccogliendo i cocci, ecc. 
  6.  Dire loro “Scusami, mi dispiace”, perché anche I grandi sbagliano e io non sono perfetta, faccio errori, sbaglio. Ed è importante che sappiano sia che non siamo perfetti, sia che accettino i nostri errori e che sappiano che possiamo chiedere scusa anche noi. E, ricordandomi che imparano per imitazione più che per precetto, mi viene da dire che è anche un buon esempio perchè loro sappiano chiedere scusa. 
  7.  Insegnare loro il rispetto per gli altri. Vorrei che i miei figli imparassero a rispettare gli altri, ad ascoltarli, capirli e non giudicarli. Soprattutto a non giudicare per l’aspetto o i vestiti o altre cose che non hanno alcuna importanza. E a capire le difficoltà degli altri. E questo inizia con l’esempio, come al solito…ed è qui che bisogna continuare a lavorare su se stessi. 
  8.  Incoraggiarli a fare qualcosa quando vorrebbero ma la temono. Anche tenendo loro la mano, fisicamente o come modo di dire, fino a quando superano il timore. Anche se chi ha più paura magari sono io, fingere di non averne, non trasmettere paura ma incoraggiare. Devono imparare a fronteggiare le paure, i timori e a superarli. Significa anche questo, crescere: sia come bambino , sia come genitore. 
  9.  Insegnare loro che non c’è differenza fra maschi e femmine.  O quanto è difficile. Non perché loro non imparino in fretta, ma perché poi si scontrano con tutti gli altri: gente per la quale il figlio maschio “ha tre sorelle e non va femminilizzato perciò gli regaliamo le pistole”, “il rosa è da femmine” (e in proposito conto di scrivere presto una cosa interessante), “le femmine non fanno certi lavori”, ecc. ecc. Non da ultimo la maestra con i suoi “Le femmine sono più brave”. 
  10.  Mostrare loro che quello che conta non sono solo i beni materiali. Non andiamo spesso per centri commerciali o negozi, tendo a fare la spesa da sola, dopo aver loro imposto, per gli anni in cuie rano piccolissimi e a casa con me, di fare la spesa tutti e tre insieme, con grande noia loro. Però cerco di insegnare loro che un vestito usato e in buone condizioni (quando non ottime) va benissimo e che dobbiamo ringraziare chi ce lo ha donato. Che non è importante ciò che una persona indossa. O la megafesta di compleanno in un locale al quale DEVI invitare tutta la classe (ma chi l’ha detto che devi spendere un capitale in una festa dove nessuno guarderà il festeggiato perché si è tantissimi e invitare anche chi non ti piace?). Se le cose, gli oggetti, oscurano la visione, si perdono le relazioni. Se giudichi un amico dai vestiti che indossa, perderai il migliore degli amici perché non è vestito come giudichi indispensabile (ovvero con le marche giuste, la moda giusta). Se fai la megafesta in un locale dove invit tutti, alla fine nessuno verrà perché ha il piacere di festeggiare te, ma verrà per “fare casino”, “perché ci sono i gonfiabili”, perché (e qui siamo all’assurdo) “c’è l’animatore di grido”. Prima le relazioni, poi gli oggetti. 
  11. Scegliere insieme le canzoni che ci piacciono di più e farne un CD per ogni anno. Cantare a squarciagola con loro le canzoni che più ci piacciono. Alzare il volume della musica quando passa una canzone che adoriamo. Ricordi, momenti speciali, vissuti e fissati nella memoria per sempre da un CD all’anno. 
  12. Leggere, leggere e ancora leggere. A avere una marea di libri a disposizione: nostri o della biblioteca. Perché il valore della cultura non è misurabile, la passione per la lettura li porterà lontano, in tutti i sensi. E perchè leggere loro ad alta voce è bellissimo, stupendo vedere i loro faccini sorpresi e appassionati nei momenti clou, anche quando hanno sentito la stessa storia mille volte, e capire qual è quella in cui si identificano. E leggere senza distrazioni: nessuna risposta alle chiamate al telefono, a whatsup, et similia. 
  13.  Metterli a nanna la sera. Presto saranno troppo grandi (troppo presto) e quel momento non ci sarà forse più. Darsi la buonanotte, rimboccare le coperte, darsi un bacio e magari un abbraccio sussurrandosi “ti voglio bene”, è un momento speciale. 
  14. Qualche volta lasciarli dormire nel lettone, stare sdraiati accanto a loro finchè si addormentano accoccolati o parlando insieme. Alle volte ne hanno bisogno loro: una giornata pesante, un malanno, una paura; alle volte ne ho bisogno io: una coccola in più, il loro calore accanto, rassicurante, calmante. Un atto d’amore reciproco. 
  15. Lasciarli crescere  E va bene, Ammettiamolo, è dura. Ma deve succedere. Perciò guardo ai pochi anni trascorsi insieme con amore e nostalgia, abbraccio l’oggi (e soprattutto loro, me li spupazzo appena riesco e se lo lasciano fare) e aspetto il domani. Cresceranno. E apprezzerò I momenti che passeremo insieme.

Queste sono solo 20 cose che non mi pentirò mai di aver fatto con loro, per loro, a loro. Cose semplici, nulla di superlativo, momenti da passare davvero insieme e da godersi. 

Voi ci avete mai pensato? Ci sono cose che fate diversamente? Altre cose che pensate sia importante aggiungere? Fatemelo sapere :)

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  1. Telling them "I love you" every day: "I love you" is a powerful three-word phrase that matters: even expressing feelings in words has its importance. It makes them even more loved and they'll learn to use it (especially the one who's like a "wall") at the right moment. 
  2. Listening to them and their stories: they tell me a lot about them, their hearts, what they love most and what they fear most, what makes them angry. It's a way to know them better. 
  3. Dedicating them a total attention when we converse: it's important to look in each others' eyes when we talk; it means we're dedicating the other one real attention. That means switching the pc off, setting aside the Smartphone and postponing what we should be doing. But there are moments when all of that loses importance if compared to the small, enormous thing the little elf has to tell us. Or if compared to the answer he/she's waiting from us. Even if that means getting up at 5 a.m. to finish something /like this post). 
  4. Saying "yes" when a "no" would be easier: when I don't have time but find it anyway; when I wouldn't want to clean the chaos they'll create making "scientific" experiments or a particularly dirtying hobby; when I'm tired and I'd rather not read the nth story; or when they ask me to run yet again with them. A "Yes" matters. 
  5.  Saying “no” when a “yes” would be easier. My children don’t watch TV, except for some documentaries selected by us. They watch (on Friday and Saturday evenings, if we have nothing better to do) cartoons and movies that are appropriate for their ages (and no, I’m sorry, Avatar was not a proper movie for children aged three and five) and that we record, avoiding in this way even silly and dangerous ads. They read many books and comics appropriate for their ages. And the younger elf still doesn’t read well, therefore I read for him. And to my great satisfaction it’s such a normal thing to them that the elder elf sometimes reads aloud for his younger brother, sitting on the sofa. It’s a great thing to see and to listen to. And they don’t use electronic games. And they rarely use a tablet. And no, they don’t live in a cave, just in case you’re wondering. We’re a ultra connected family, the children have had a touch screen pc since they were one and three years old, but they use it for educational things, music and searches and for very little time. Because life is not PCs, tablets, Smartphones, but not even Nintendo DS, Playstation and so forth. Life is open air, leaves, the hedgehog in the garden, playing games, running, books, imagination and fantasizing.  There will be time enough to sit in the close and dulling oneself. And yes, I know that all other children do watch TV. And I also know that I was astonished when my eldest son’s teacher in first grade told me that in this way we were making him isolated from other children, because I had expected a different attitude from teachers (that this year I have the satisfaction to have found in my youngest son’s teachers) and I would’ve expected her to eventually tell the other children to watch less TV as there are better things in life. But sometimes the answer needs to be NO, even if it seems that all the others’ answer is YES. And even if saying yes would be much simpler and cause less fuss.  
  6. Letting them experience directly new things in life: take them to a museum (maybe without wanting to see it from start to end) to see real life the painting of great artists is as important as painting and telling them art history.. Above all if one of the elves, after free artistic expressions at home and in kindergarten, where freedom of expression prevailed, finds himself in a school where stereotypes in drawing and painting win....Ok, let's see a Picasso, or a Matisse, let's understand what art is. And let's use colours. And history: let's go and see real dinosaurs' footprints in the Jura Mountains (yes, that's where Jurassic comes from), at Natural History Museum, instead of only reading them and studying them on books. And ooooooooohhh the marvel of Leonardo Da Vinci experienced in exhibits where you can touch and do something! Geography, what a boring subject! But what if we explored the world, apart from real life up to where it's possible, navigating the Internet? And reading fairy tales from far away countries? 
  7. Teaching them to say Please and Thank You. And sitting at the table in a polite manner. I don't think any explanation is necessary here. 
  8. Letting them help me, even if that means taking longer to do things. Does it take longer to prepare a dinner if I’m teaching them how to make pesto? Of course. The same happens if I let them put their clothing in their wardrobe and drawers, if we clean together where we dirtied, if we lay the table together, if they zip, button their own clothing and ties their own strings. It takes even three times longer. But they’ll have to learn, sooner or later, their life skills and they’ll have to learn them in their lives. I wouldn’t be a good mum if I did it myself and didn’t let them help me and learn.  Not to mention the fact that I’d like to see another mum in my place with elf nr. 2, who, since he was eighteen months old, never allowed anybody to dress him, and if you tried to, he’d get naked again and start all over! 
  9.  Laughing with them. Or smiling with them. Or having fun with them. I just want them to know that I like staying with them. That I have fun, that I’m happy to be with them. 
  10. Teaching them the value of work and money. I want them to know that work is important and even money, if well used. I don’t want them to grow up with the idea that they can have everything without an effort, without working hard or without ethics. Work is a good thing that requires much effort but also gives satisfaction and they know it. Therefore they help at home according to their ages ant they’ll help more and more, they have a weekly “wage” that they have to manage well (now it’s obviously minimal, as they’re very young), otherwise they’ll be penniless when they desire something. And if they create chaos they clean or pick up broken parts, etc. 
  11.  Saying “I’m sorry” because also grownups make mistakes and I’m not perfect, I do make mistakes, sometimes I’m wrong. And it’s important that they know both that we’re not perfect and that they accept our mistakes and even that they know we CAN say I’m sorry. And, remembering that they learn more from example than by teachings, I’d say it’s also a good way to teach them how to say I’m sorry. 
  12. Teaching them respect for others. I’d like my children to learn to respect others, to listen to them, to understand them and not to judge them. Above all, I wouldn’t want them to judge others by their look or their clothing or other things that have no importance at all. And to understand other people’s difficulties. And this begins as always with our example...and it’s here we have to keep on working on ourselves and our attitudes. 
  13. Encouraging them to do something when they’d love to but are scared of it. Even holding their hand, physically or as a common saying, till they overcome their fear. Even if I’m more scared than they are, pretending not to be scared, to avoid passing them my fears and encouraging them. They must learn how to face their fears and overcome them. Growing up means also this, both as a child and as a parent. 
  14. Teaching them that there’s no difference between males and females. How difficult it is! Not because they don’t learn quickly, but because in real life they hit against all the others: people for whom the son “has three sisters and we need to avoid feminizing him too much, therefore we give him toy pistols to play with”, “pink is feminine” (and talking about this I’ll soon write something interesting on the theme), “girls don’t fit in certain jobs”, etc. etc. Last but not least the teacher who keeps saying “girls are better than boys” ….. 
  15. Showing them that things matter less than generally thought. We don’t go often to Shopping Malls or shops; we’ve never been to an outlet. I tend to go shopping (for survival mainly) alone, after having imposed them, for those years when they were babies at home with me, to go to the supermarket the three of us together, with them getting really bored. But I try and teach them that a used piece of clothing in good or excellent conditions is a good piece of clothing, and we must be thankful to those who gave it to us. That what someone wears is not so important. Or the mega birthday party in a special party place where you have to invite all of your schoolmates (but who ordered us to spend a capital in money for a party where nobody will even look at the birthday person because we’re too many and you have to invite even those schoolmates you don’t like at all?). If things, objects, obscure our vision, we lose relationships. If you judge a friend from the clothes he/she wears, you’ll lose the best of friends only because they aren’t dressed as you judge to be right (that is with the proper makes, the proper fashion). If you host a mega party in a place where you invite everybody, at the end nobody will come because they’re pleased to party with the birthday person, but they’ll come to “make lots of noise”, “because there are inflatable games”, because (and here we ge to absurdities) “there’s a famous or en vogue entertainer”. Relationships come first, then things. 
  16. Choosing together the songs we prefer and making a CD for every year. Singing together at the top of our voices the same songs. Raising the volume when the radio sings a song we love. Memories, special moments, lived and set as memories forever by a CD per year. 
  17. Reading, reading and reading. And having a mountain of books available, both ours and of the library’s. Because the value of culture cannot be measured, and the passion for reading will take them far away, in every sense. And because reading aloud for them is marvelous, great is seeing the surprise and passion in their little faces in the highlight moments, even if they’ve heard that story a thousand times before, and understanding which one is the one they identify the most with. And reading without distractions: no phone calls answering, whatsup, nothing 
  18. Tucking them in bed at night. Soon they’ll be too grown up (too soon) and that moment probably won’t be there anymore. Saying goodnight, tucking their sheets and duvets, kissing each other and maybe hugging whispering “I love you” is a special moment
  19. Sometimes letting them sleep in our bed, laying next to them until they fall asleep curling up next to me or talking together. Sometimes it’s them who need it: a particularly difficult day, feeling sick, something they fear; sometimes I need it: a cuddle more, their warmth next to me, reassuring, calming. 
  20. Letting them grow up. Ok, let’s be frank: it’s difficult. But it has to happen. Therefore I look back at the still few years spent together with sort of a nostalgia, mixed with love. I embrace our today (and especially them: I snuggle them as soon as it’s possibile and they want) and I’m waiting for our tomorrow. They’ll grow up. And I’ll appreciate the moments we’ll spend together.

These are only 20 things I’ll never regret doing with them, for them, with them. Simple things, nothing great, moments to be spent really together and enjoying fully.


Are there things you do differently? Things you think it's important to add? Please let me know! :)

3 commenti:

  1. Bellissimi questi 20 punti, li sottoscrivo in pieno (inclusa laTV!)

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  2. Ciao Chiara,
    grazie per il tuo commento. Avevo scritto una lunga risposta ma poi ho fatto un errore e si è cancellato tutto...
    Vorrei fosse chiaro che il mio non è un decalogo (o come si dirà mai per venti punti?), sono solo riflessioni di una sera.
    Riflessioni di una mamma che si è ritrovata, suo malgrado e molto malvolentieri, a dover rinuniare a un lavoro serio e impegnativo per cause legate ai bimbi, che ha sempre soffertto di questa non scelta, ma che guardandosi alle spalle, osservando questi pochi anni passati insieme a loro, alla fine trae un bilancio positivo.
    Nella mia vita mai avrei pensato di dover rinunciare alla carriera per loro, ma la vita presenta sempre degli imprevisti e non sempre va come avremmo voluto, così ti trovi a fare delle non scelte.
    Ma in questi anni abbiamo passato moltissimo tempo insieme, abbiamo giocato, abbiamo letto a voce alta, abbiamo riso, abbiamo esplorato, siamo stati all'aperto, abbiamo creato pastrocchi e pasticci e siamo cresciuti insieme.
    E il bilancio per ora è positivo, nonostante il disagio di un non lavoro.
    E le scelte che abbiamo fatto in merito al tempo da passare con loro, o che loro passano fra fratelli, senza intermediari esterni e diseducativi come la TV (che molti ritengono una buona baby sitter, ma non lo è) sono magari difficili in un mondo come questo, ma ci sembrano sempre più giuste.
    E sono contenta che qualcuno condivida anche questa cosa! Credimi, o forse lo sai già meglio di me, è raro!
    Ciao
    Silvia

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  3. Propongo...ventalogo? :-))
    Sai che quando racconto in giro che l'ultima volta che ho acceso la TV è stato per l'elezione del Papa, mi guardano tutti increduli? Non è che i bimbi non guardino i cartoni (anche perchè dai nonni la TV esiste, eccome!), ma qua a casa sono centellinati e selezionati,di solito sul computer (così si può fermare, rivedere, commentare) e cose adatte a loro, Pimpa, Barbapapà o qualche cartone della "vecchia Disney" (tipo Robin Hood, Peter Pan ecc). Tra l'altro ti dirò che mentre il quattrenne si incanta, il duenne dopo tre minuti si alza e se ne va a fare altro o tenta di boicottare il tutto cominciando a schiacciare i tastini del computer a caso!
    Per quanto riguarda il lavoro, io dico sempre che sono fortunata a fare una cosa che amo, ma che la mia vita vera è fuori dal posto di lavoro e se fossi costretta a scegliere tra lavoro e famiglia non avrei dubbi. Un abbraccio

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